Il maestro Roberto Gotta, grande conoscitore del calcio inglese e autore di uno dei più bei libri sul calcio d'oltremanica (Le reti di Wembley, una vera bibbia) ha scritto per il suo blog "Mister Football" (http://blog.guerinsportivo.it/misterfootball/) alcune considerazioni sulla F.A. Cup, che riporto qui di seguito:
"La storia, udita con le mie orecchie in loco nel 1996 e se non vera certo verosimile, è quella degli attivisti italiani (ma non solo) che in piena epoca zapatista giravano nelle zone tra Guatemala e Messico, principalmente in Chiapas e foresta del Petén, per convincere gli abitanti dei villaggi più remoti a non bere Coca Cola e non comprare mai televisori, in quanto – a loro avviso – fonti di corruzione e soprattutto strumenti di lavaggio del cervello ideati dagli americani. Curioso che chi a parole difendeva la genuinità e l’innocenza dei residenti locali dimostrasse, imponendo loro tali lezioni di civiltà (?), di considerarli invece trogloditi incapaci di intendere e volere e dunque persone da condizionare, ma sorvoliamo. Era solo un esempio, un parallelo, di quello che è in giro per il mondo, e in Italia, l’atteggiamento di molti verso la FA Cup, la Coppa d’Inghilterra. Ne abbiamo già parlato qui e ribadiamo: come per molte tradizioni anglosassoni, la cui scomparsa o smantellamento provoca a volte più contraccolpi all’estero in chi le aveva elette a simboli di un certo modo di essere British che non in patria, anche il declassamento della FA Cup, e a volte molti appassionati sarebbero tentati di andare lassù – come gli attivisti in Petén – e imporre ai locali il rispetto delle tradizioni, l’abbandono delle lusinghe della modernità e il ritorno all’antico. Ma non serve a nulla, non ha senso essere più realisti del re. Il dato di fatto è che ad eccezione di alcune gare – il derby di Manchester, ad esempio – il numero di spettatori per le partite del terzo turno, quello in cui entrano in gara le squadre di Premier League e della parte alta della Championship, è stato inferiore alla media stagionale dei club in casa oppure inferiore al numero dei presenti per analoghe partite di campionato già disputate, se si parla ovviamente di team nella medesima serie. Nel dettaglio, in nove partite giocate in casa da squadre di Premier League le presenze sono state il 75% della capienza dei rispettivi stadi, mentre in 12 partite in casa di club di Championship il dato è stato inferiore al 50%, una statistica tragica evidenziata anche da una fotogalleria del quotidiano The Guardian. Brutta verità: ma la gente che ormai considera la FA Cup una manifestazione di livello inferiore al campionato non va accusata o – vedi esempio iniziale – redarguita da zelanti stranieri elettisi a custodi di tradizioni: chi diserta non fa infatti altro che raccogliere il segnale lanciato dalle squadre. È ormai di dodici anni fa la decisione del Manchester United di non iscriversi alla FA Cup del 2000 per partecipare al Mondiale per club in Brasile allo scopo di tenersi buona la FIFA in vista dell’assegnazione dei Mondiali 2006 all’Inghilterra, e negli anni successivi è andata ancora peggio, per certi versi. Nessun club ha rinunciato, ma molti hanno schierato formazioni con parecchie riserve e se il messaggio era pessimo già in questa maniera lo è ancora di più nel momento in cui persino i club di Championship dichiarano obliquamente di preferire un’uscita rapida ad un proseguimento del percorso, quando invece fino a pochi anni fa – ma per alcuni vale ancora – una “cup run” voleva dire notorietà e incassi aggiuntivi. Tra i reprobi un club che dalla FA Cup ha ricavato fette indelebili di storia come il West Ham: nella trasferta di Hillsborough contro lo Sheffield Wednesday di due weekend fa gli Irons hanno messo nella formazione titolare troppi giocatori di secondo piano o alla prima apparizione dopo un infortunio per far credere di tenere realmente all’esito della partita, e infatti sono stati sconfitti. Altro segnale: a oggi, venerdì 20 gennaio, erano esauriti i biglietti per Arsenal-Blackburn Rovers del 4 febbraio, ovvero partita di Premier League all’Emirates Stadium con ospite una delle squadre peggiori del campionato, mentre erano disponibili biglietti per Arsenal-Aston Villa di FA Cup che si gioca domenica 29 gennaio, cioé sei giorni prima. E allora torna valido quel che Mister Football sostiene da una decina di anni: la VERA FA Cup, per emozioni, tensioni e importanza della partita di finale a fine maggio, sono ora i playoff di Championship. Scandalo? No. Dato di fatto."
Nessun commento:
Posta un commento