Il nostro amico Paolo, grandissimo tifoso del Millwall e residente a Londra, ci apre il cuore con una vera e propria poesia...
"Un viaggio da est a sud in metrò è come
tagliare Londra a metà, scoprirla nella sua eterogeneità, miscuglio di culture
a razze, dai quartieri indiani dell’est con le sue moschee fino a sud, di là
del fiume con l’odore di vecchia Inghilterra. Londra è così, come una donna che
ti abbraccia e ti fa sentire a casa, dando a tutti una possibilità da
sfruttare. Quando scendi a Bermondsey, la senti quella puzza di working class
tipica dei docks e di vecchia Inghilterra, alle spalle la City con i suoi
grattacieli in vetro stile America, la Londra ricca di London Bridge. Però qui,
attraversando il quartiere, senti anche profumo di Millwall, perché Bermondsey
è Millwall, fin giù nel cuore del sud, fino Surrey Quays ed Elephant &
Castle. Vent'anni fa, come raccontava un amico, ti dicevano che “che c...o ci vai
a fare lì, non c’è niente laggiù”. Ora è diverso, la rivalutazione di molte
aree di Londra, come ad esempio Bow, Mile End o Stratford, è arrivata anche qui,
con investimenti nell’area grazie anche ai soldi delle Olimpiadi, con l’effetto
di far lievitare i prezzi degli affitti e delle case, ma lasciando inalterato
quel fascino e quella fama che da sempre ha avuto. Tutto questo è Millwall...un
pugno allo stomaco, un mal di testa dopo una sbronza. Quando arrivi a costeggiare la
ferrovia, allora sei vicino allo stadio, di fianco a roulotte che sembrano
villette: il gommista, lo sfascia carrozze e le tante facce intorno a te.
Generazioni diverse, il nonno che tiene per mano il proprio nipote con i suoi
tatuaggi e il viso di chi ne ha viste parecchie. Magari c’era anche lui in quel
lontano 1985 a Luton. Sì perché il Millwall è soprattutto i suoi tifosi,
conoscere il Millwall è soprattutto conoscere i suoi fans, una squadra che in
Premier c'è stata due volte soltanto, che la sua storia è fatta soprattutto di
leghe inferiori, ma la sua fama dipende da quei fans etichettati come
hooligans, i più violenti di Inghilterra. Lo stadio è alla fine di Zampa
Road, passando attraverso un tunnel, un ponte che ti guarda minaccioso
alimentando la leggenda su i suoi tifosi. Ti attende lì, nuovo di vent'anni.
Uno dei primi a essere stati costruiti dopo il rapporto Taylor del 1990, con i suoi
tornelli, la gentilezza del suo personale privato che t’indica il blocco. Il
posto non è numerato, né il biglietto è nominale, ricordi di un calcio che ormai non
c’è più. “London Calling” e “Let' em come" annunciano le squadre in campo,
e poi la partita che conosci già: sudore, grinta e orgoglio di vecchia
Inghilterra . Proprio come i 10.000 tifosi che affollano lo stadio, che
ancora "puzzano" di working class, perché in fondo lo sanno tutti, noi siamo il
MILLWALL, we're evil…"
4 commenti:
Ancora complimenti a Paolo per questo racconto emozionante,ambientato tra i quartieri di Londra, e a Thibault per lo splendido blog,fonte inesauribile di notizie sul nostro amato Millwall. Come on you lions!!!
siete dei grandi...grazie
per noi che non abbiamo la fortuna di vivere il Millwall dal vivo...grandi davvero!!
Non ho alcun merito io, tutti gli elogi vanno a Paolo, sublime il suo racconto :)
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